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Meet the Colorist - Olivier Fontenay, Sydney

 

Olivier Fontenay è un Senior Colorist da sempre operativo su Baselight, di cui possiamo annoverare Lion, l'ultimo successo diretto da Garth Davis. Il toccante film si muove tra diversi ambienti e culture, per mostrare gli stati d'animo del protagonista Saroo (interpretato da Sunny Pawar e Dev Patel), un bambino di 5 anni che si perde tra le strade di Calcutta, lontano da casa, che viene poi portato in Australia, mettendosi all'estenuante ricerca della sua famiglia 25 anni dopo.

Oggi Olivier racconta a FilmLight come si sia relazionato al colore per creare un look naturale che riuscisse a seguire la storia del film.

 

 

L'anno scorso hai terminato il DI per Lion. Come sei stato coinvolto nel progetto?

Alcuni anni fa ho lavorato con Garth Davis sulle serie di Jane Campion - Top of the lake - e sono rimasto molto colpito dalla sua passione e dal modo in cui si soffermava sui dettagli, enfatizzandone l'importanza. Inoltre, avevo completato tre film con Greig Fraser, il DP - Killing them softly, Last ride e Bright Star - quindi li conoscevo entrambi. Gli ho detto che avrei voluto lavorare con loro e hanno risposto "certo".

 

 

Come hai scelto i look per i film?

Nel film c'è un grande salto temporale tra quello che succede in India e quello che succede in Australia e, ovviamente, anche le location stesse sono totalmente differenti. Questo ha influenzato lo stile visivo, ma l'obiettivo era di mantenere un look più naturale possibile per supportare il racconto. In realtà, l'idea era che il look dovesse supportare soprattutto le emozioni e, in un certo senso, meno ti rendi conto che stai guardando un look specifico e meglio è.

 

Quali sono state le sfide principali nel grading di questa pellicola? 

Direi che è stata soprattutto l'attenzione che dovevamo sempre avere nei confronti dei personaggi, soprattutto con ciò che succedeva in India. E molta parte del filmato era al limite dell'esposizione, risultando molto soft nel contrasto - anche se alla fine non era né troppo soft né troppo sotto-esposto. Devo dire che abbiamo dovuto percorrere una linea molto sottile e sensibile - ci trovavamo in un'area "pericolosa".

È stato in quel momento che ho pensato che Greig si meritasse la nomination agli Oscar e l'ACS Award, perchè stava rischiando molto abbassando l'esposizione, anche se senza esagerare, quasi fino al punto in cui potevi vedere il rumore mentre ancora cercavi di mettere a fuoco l'immagine. Questo significa che ho potuto abbassare completamente il livello del nero e lavorarci davvero. In realtà, non si riesce davvero a vedere il rumore, ma riesci a percepire che sta succedendo qualcosa e hai l'impressione che stai vedendo la grana della pellicola. L'effetto finale non è caotico e confuso, ma dona all'immagine una texture e una sensazione straordinaria.

Poi l'abbiamo dovuto replicare per il rilascio del video, che è in un color space diverso, che va contro quel look, quindi abbiamo passato molto tempo assicurandoci che la color fosse corretta anche per gli altri formati. Ma tutto ciò che ho visto sia su schermo che su carta stampata è risultato incredibilmente fedele a ciò che avevamo fatto, quindi dal punto di vista della manipolazione del colore posso dire che è stato fatto un ottimo lavoro.

 

Su quale parte del processo di grading sei solito passare più tempo? 

Impostare il grading iniziale e lasciare che evolva naturalmente con il proseguire della storia. Non sono solito esagerare con i secondari, li modifico solo quando è necessario. Cerco sempre di lavorare con quello che ho davanti perchè credo che gli shot del DP siano validi abbastanza da essere trasformati in emozioni.

 

Ci sono stati degli strumenti specifici di Baselight che hai trovato particolarmente vantaggiosi nel grading di Lion?

Venendo dal mondo del fotochimico, ho iniziato a fare grading nei sistemi digitali usando il colore, la densità, il contrasto e la saturazione - potevo giocare molto in quel senso.

In Baselight posso lavorare allo stesso modo con il film grade, per dare la base, e con gli strumenti di video grade - lift, gamma, gain - per raggiungere tutte le minime sfumature. Il video grade è l'unico modo per alzare legegrmente i neri senza compromettere l'intera immagine o perdere il contarsto, perchè mi piacciono i miei highlights. Quindi avere la possibilità di separare i neri, i mezzi toni e gli hoghlights è tutto un altro mondo.

Inoltre, essere in gardo di utilizzare la color su layers separati e passare velocemente dall'uno all'altro, significa che posso lavorare con il mios tile in totale libertà. Posso essere piuttosto intuitivo con quello che sto facendo e raggiungere grandi risultati con poco - ma se ho bisogno di spingermi oltre ho tutti gli strumenti a disposizione per poterlo fare.

Ho utilizzato delle leggere ombre per separare una parte dell'immagine dall'altra in maniera molto libera, che non sono molto visibili, per darle un tocco più delicato. Sono incredibilmente veloci - Baselight è in grado di fare ciò che voglio senza dovermici concentrare troppo a lungo - e questo è stato molto importante soprattutto nel grading di Lion, proprio perchè non volevo che la macchina si ponesse davanti alle mie emozioni.

 

Quali telecamere sono state utilizzate per girare il film? 

Quella principale era la ARRI Alexa - abbiamo utilizzato i file ARRI RAW - e inoltre avevamo delle altre videocamere sui droni, come anche i VFX, quindi c'era un mix di risoluzioni e formati differenti.

 

Ci puoi dire di più sulle tue collaborazioni con i VFX e gli editorial?

Gli effetti speciali sono stati fatti all'Iloura Studio, per cui ho avuto la possibilità di lavorarci da vicino. Hanno preso gli stessi file RAW che avevo io e hanno lavorato con un riferimento, ridandomi poi i file DPX senza grading. È stato un processo molto trasparente.

Abbiamo impostato il lavoro con Baselight con una reel per scena e ho letteralmente fatto il grading così come la storia veniva raccontata. Ho iniziato dall'inizio e terminato con la fine. L'edit non è cambiato molto durante il DI perchè il montaggio era già molto avanzato nel momento in cui ho cominciato a fare il grading.

 

Raccontaci qualcosa in più su come hai gestito i deliverables in formati multipli? 

Il deliverable principale era il P3 per il cinema. Per la versione in HD ci abbiamo messo un pò di tempo e abbiamo capito che non avremmo potuto ottenere lo stesso livello dei neri su alcuni shots. Quindi abbiamo ripreso in mano il P3 modificandolo per avere un risultato più omogeneo all'HD; cosa che in realtà ha migliorato non solo la versione HD ma anche il film grade.

 

C'è stata una scena o una sequenza in particolare che è stata più stimolante o divertente di altre? 

In realtà non c'è stata neanche una scena dell'intero film che non fosse divertente o stimolante per il lavoro di grading, ma c'è una scena tra Saroo e la sua madre adottiva (interpretata da Nicole Kidman) in cui lui l'abbraccia. È stato molto difficile riuscire a far emergere totalmente ciò che lasciava trasparire con il suo volto. Ho dovuto anche modificare i capelli di Nicole per assicurarmi che il rosso non fosse troppo forte.

Quando vediamo l'Australia per la prima volta, c'è un'atmosfera diversa rispetto all'immagine dell'Australia contemporanea. Ha alcuni dei tratti più delicati e dolci del duro mondo indiano, però ambientato in Australia, quindi i colori sono più forti e decisi. Quando si passa all'Australia contemporanea, è più matura e normale, in modo che ci si possa rispecchiare maggiormente.

Fare il grading di Lion per me è stato molto divertente, perchè le immagini in questo caso hanno supportato le mie emozioni, e questa è una delle ragioni per cui adoro il mio lavoro.

 

C'è qualcosa in particolare di Baselight che pensi ti possa offrire un vantaggio unico sul mercato?  

Con Baselight mi sento paradossalmente libero dalla macchina.

Il color management interno è estremamente potente. È fantastico avere la possibilità di utilizzare la macchina solo per il grading e farle fare ciò che voglio, ridandomi il tutto in P3. Se mi venisse chiesto di fare un lavoro fatto da shots di Alexa, Red, Blackmagic o altre cose assurde, risponderei "certo, nessun problema!". Devo solo impostarlo prima di iniziare a lavorare. Una volta che è tutto fatto, non devo più preoccuparmi delle LUT, posso iniziare direttamente con il grading.

Alle volte posso usare un'immagine in uno spazio colore che non era previsto e ottenere molto di più - mi permette di avere uno spazio in più in cui lavorare.

In Baselight c'è sempre un modo per ottenere ciò che vuoi e spesso ci sono diversi modi per farlo, ciò significa che il sistema si adatta a me e io mi posso concentarre sull'immagine senza dovermi preoccupare della macchina.

Questa è la cosa più importante per me - la flessibilità del color management assieme alla capacità di adattarsi al mio modo di pensare e di lavorare.

 

Prossimi progetti?

A breve dovrei iniziare il grading della serie TV Picnic At Hanging Rock, tratta dal classico di Peter Weir. Spero di iniziare a collaborare a questo progetto molto presto.

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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